L'Equilibrio del potere

“Per ora questa guerra non è fatta di uomini, ma di informazioni

 
Illustrazione da Radio

La Guerra Fredda: un permanente stato di tensione militare e ideologica che, per mezzo secolo, tenne per la gola il mondo intero – un'ostilità protratta dalla Seconda Guerra Mondiale che vide il Blocco orientale, guidato dall'Unione Sovietica, competere per il potere con i suoi avversari occidentali, controllati da Washington e Londra.

Entrambe le parti in causa erano dotate di arsenali nucleari impressionanti. Nel 1962, per tredici giorni, sembrò che il mondo stesse scivolando verso l'apocalisse. L'Unione Sovietica aveva installato a Cuba, sua alleata comunista, una base di missili nucleari.

Gli Stati Uniti, che non erano disposti ad accettare la presenza di missili sovietici dietro casa, in un primo tempo minacciarono un attacco contro Cuba, poi promisero che avrebbero affondato le navi sovietiche che trasportavano missili.

L'umanità rimase attonita a osservare le navi che continuavano il loro percorso verso l'isola dei Caraibi, finché una telefonata dell'ultimo minuto da Mosca le ordinò di invertire la rotta. Si raggiunse un accordo, e gli Stati Uniti garantirono che non avrebbero mai invaso Cuba. La guerra nucleare era stata sventata.

Ma le testate nucleari non erano l'unica arma in gioco. L'Unione Sovietica stava considerando il potenziale del vaiolo come arma biologica. E, ancora, lontano dalla Terra, i cosmonauti competevano con gli astronauti in una corsa allo spazio che serviva a sbandierare il patriottismo di entrambe le potenze. E poi c'era lo spionaggio – la parte più violenta del conflitto.


A est c'era il KGB, la cosiddetta “spada e scudo” dell'Unione Sovietica. A ovest c'erano i loro nemici, le agenzie di spionaggio statunitensi (la CIA) e britanniche (SIS, o MI6), tra le altre.


Le spie rimanevano nell'ombra, impiegando qualsiasi mezzo per ottenere informazioni sul nemico. C'era chi faceva il doppio gioco, c'era chi faceva il triplo gioco. La gente scompariva al primo schioccar di dita. Non ci si poteva fidare di nessuno, e le frontiere di questo scontro partivano da Cuba e raggiungevano la penisola coreana, dividendo intere nazioni e città.

Il 13 agosto 1961 gli abitanti della zona ovest di Berlino, capitale della Germania, si risvegliarono circondati da un muro: le autorità della Germania dell'Est volevano interrompere le defezioni verso Ovest dei propri cittadini. Il Checkpoint Charlie del muro divenne un'efficace manifestazione tangibile della cortina di ferro, e il punto di esplosione di molti conflitti per i tre decenni successivi.

2015

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Sono trascorsi ventisei anni dalla caduta del Muro di Berlino, e l'ostilità del rapporto tra la Russia e l'Occidente è tornata a livelli da Guerra Fredda.

I due blocchi si accusano a vicenda di avere un atteggiamento aggressivo. La Russia è convinta che i disordini in Siria e in Medio Oriente siano da ricondurre all'arroganza degli Stati Uniti e dei loro alleati. Per contro, l'Occidente accusa Mosca di essersi comportata con impunità in Ucraina orientale e in Crimea.

Il giorno successivo all'incontro tra il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il Presidente Russo, Vladimir Putin all'Assemblea Generale dell'ONU, a settembre, la Russia ha lanciato una serie di attacchi aerei in Siria. La versione del Cremlino è che il loro obiettivo fossero i militanti dell'IS, ma gli Stati Uniti hanno sollevato il dubbio che i bersagli fossero in verità gli oppositori del Presidente della Siria Bashar al-Assadi.

Le motivazioni di Putin aprono la strada a molte domande: sta cercando di distogliere l'attenzione dall'Ucraina orientale? Sta tentando di rimuovere la Russia dal suo isolamento globale, fondando una nuova alleanza per salvare la Siria? In tutto questo, dove si piazza l'Iran, un'altra nazione in possesso di armi nucleari che sostiene Assad?

Obama ha tenuto a chiarire che non è nell'interesse di nessuno perseguire una guerra di procura in Siria tra Stati Uniti e Russia.ii Al contrario, il senatore repubblicano John McCain ha detto che è esattamente ciò che sta succedendo.

Fino a poco tempo fa, la politica internazionale del Cremlino era tutta concentrata sullo stabilire legami affiatati con i territori filo-Russia. Con sondaggi che ne danno il sostegno pubblico sempre in salita, i media russi strombazzano la gloria del loro semidio, Putin.

Nel frattempo, Edward Snowden, hacker trentaduenne ed ex dipendente dell'NSA, continua a rimanere in un limbo perpetuo a Mosca. È accusato di aver commesso atti di spionaggio contro il suo governo, e si rifiuta di tornare a casa, avendo ricevuto asilo in Russia.

Il campo dell'informazione è il nuovo campo di battaglia. Gli hacker cinesi e britannici sono le nuove spie. Snowden ha dimostrato che le agenzie di spionaggio statunitensi sorvegliavano a tutti i livelli i proprio cittadini; di contro, gli “hacktivisti” di Anonymous International cercano in tutti i modi di attaccare –e di mettere in imbarazzo–il governo russo.

È questa la Guerra Fredda 2.0? Che altro potrà succedere?



Una nuova cortina di ferro?

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During the Cold War, the Iron Curtain separated Europe from the Soviet Union, with Germany on the front line. Now, according to Al Jazeera, è stata eretta una nuova cortina di ferro, con la Russia che cerca di incorporare fazioni simpatizzanti tra la Moldavia, la Georgia e l'Ucraina. Le frontiere non sono rigide quanto lo erano un tempo, ma sono comunque cariche di tensione.

A ovest della Russia si trovano gli Stati Baltici–Estonia, Lettonia e Lituania–tre paesi non disposti a farsi definire “post-sovietici”, che hanno dichiarato la propria alleanza all'Unione Europea. L'Estonia ospita la base NATO più a est d'Europa, e fino a ora ha presieduto alla pace relativa al confine russo.

Entrambi i blocchi stanno rinforzando i propri eserciti, e la tensione cresce, mentre rapporti russi paventano una “guerra ibrida” che gli Stati Uniti sarebbero in procinto di sferrare, con un esercito “Spearhead” di 4000 soldati che dovrebbero difendere la regione.

Frattanto, lo sguardo della Russia si è spostato nuovamente su Kaliningrad, un'enclave russa situata tra Lituania e Polonia. Secondo Radio Free Europe, è l'asso nella manica della Russia: il numero di truppe e armi–missili nucleari compresi–la rendono la località più militarizzata di tutta Europa.

Gli stati baltici si trovano in una situazione di instabilità. L'invasione russa è imminente? Tutti gli stati hanno fatto richiesta di una presenza NATO sul loro territorio; la Lituania ha reintrodotto la coscrizione obbligatoria e ha pubblicato un dossier in novantotto pagine istruendo i cittadini su “come agire nell'estrema circostanza di una guerra”.

Gli ultimi avvenimenti in Estonia, dove i cittadini di etnia russa sono un quarto della popolazione, richiamano alla mente la prima Guerra Fredda. Lo scorso settembre, un soldato estone è stato rapito e portato al di là della frontiera russa in un tumulto di fumogeni e ripetitori telefonici bloccati. Così pure, il recente scambio di due spie su un ponte, in un'area remota al confine tra i due paesi, ha altrettanto richiamato alla mente i “bei” (brutti?) tempi andati.

E se...?


L'Estonia sul “piede di guerra” dopo che una famiglia è stata ferita dal fuoco amico

Gennaio 2016

Il governo estone ha preso misure senza precedenti, mettendosi ufficialmente sul piede di guerra dopo che, vicino alla frontiera, una famiglia è stata ferita dal fuoco amico russo. Due civili rimangono in condizioni critiche.

Il Presidente russo Vladimir Putin si è formalmente scusato, ma la mossa è stata descritta dal presidente estone Toomas Hendrik Ilves come un atto di “aggressione immotivata”.

Il paese è diventato il labile confine tra la NATO e la potenza russa; negli ultimi due anni, entrambi i blocchi hanno investito considerevolmente nella presenza militare nella zona.

La famiglia, che rimane anonima, è composta da cinque persone, che si trovavano a fare un picnic presso una chiesa sul confine quando hanno sentito gli spari di una mitragliatrice.

La forte presa di posizione estone ha ottenuto il supporto dell'intera Unione Europea.

Lituania e Lettonia, confinanti con l'Estonia, hanno espresso il loro sostegno ma non hanno ancora dichiarato se seguiranno l'esempio estone. Dopo l'annessione della Crimea alla Russia nel 2013, tutti e tre i paesi hanno richiesto un incremento della presenza NATO.

L' “implacabile” espansione nucleare dell'Occidente

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La Russia non ha tutte le colpe. “La Guerra Fredda 2.0 è una creazione occidentale”, dice Russia Insiderxii, pointing to their relentless expansion of military programmes in the east.

Oggi, lo sconfinato programma nucleare NATO non include soltanto gli stati baltici, ma anche nazioni come Romania, Bulgaria e Slovenia.

Dagli anni Novanta fino a poco tempo fa, la Russia, impegnata a rinascere dalle ceneri dell'URSS, non aveva intenzioni belliche. Conclude Russia Insider che, poiché le potenze occidentali continuavano a dimostrare di essere pronte a entrare in guerra, Putin non ha avuto altra scelta che reagire.

La Guerra Fredda 1.0 nel 2015?

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A est della Russia, un diverso tipo di tensione sta crescendo, con la Corea del Nord, roccaforte comunista, che si prepara per il settantesimo anniversario del Partito dei Lavoratori della Corea, il 10 ottobre.

Le tensioni diplomatiche con la Corea del Sud hanno raggiunto livelli altissimi. La Corea del Nord minaccia attacchi nucleari“in qualsiasi momento”, anche se migliaia dei suoi cittadini sono troppo affamati per pensare ad altro che alla sopravvivenza.

Questa settimana, un gruppo di ufficiali nordcoreani ha illustrato alla CNN il “programma spaziale” della dittatura. La Corea del Nord insiste nel dire che le intenzioni di questo programma sono pacifiche. Tuttavia, in molti temono che il paese stia sviluppando una tecnologia che gli consenta di lanciare un missile nucleare in qualsiasi punto del pianeta.

Lo scorso marzo, Pyongyang ha annunciato che il 2015 sarebbe stato “l'anno dell'amicizia” con la Russia. Un paese irritato nei confronti dell'Occidente – per la questione delle armi nucleari – apriva un dialogo con un altro paese irritato nei confronti dell'Occidente.

E se...?

La Corea del Nord dichiara il sostegno russo durante il quarto test nucleare

Novembre 2015

Lo si aspettava il 10 ottobre, durante il settantesimo anniversario del Partito dei Lavoratori della Corea, ma si è verificato un mese e cinque giorni più tardi.

Dopo il falso allarme di fine estate, la Corea del Nord ha lanciato il suo quarto test nucleare, come diretta rappresaglia alle “provocazioni” statunitensi e sudcoreane.

L'agenzia di stampa statale KCNA ha annunciato il “successo” di un test che avrebbe dimostrato alle “marionette” degli USA e alla loro alleata, la Corea del Sud, che la Corea del Nord è una potenza formidabile. Entrambi i paesi, al consiglio di sicurezza ONU, avevano appena sostenuto una mozione a favore di una rigorosa indagine sull'applicazione dei diritti umani in Corea del Nord.

La Corea del Nord ha continuato a propagandare il sostegno dei suoi “amici” russi. La KCNA aveva dichiarato, in precedenza, che i due paesi “stavano facendo vigorosi passi avanti in molti campi... compresa la politica, l'economia, la cultura, l'istruzione, le arti e lo sport.”

Il Cremlino non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma aveva precedentemente condannato l'avventatezza nucleare della Corea del Nord. Nel 2003, lo stato comunista non aveva aderito al patto mondiale di non aggressione nucleare.

Il mondo aveva tratto un sospiro di sollievo quando la celebrazione dell'anniversario del Partito si era rivelata essere soltanto un migliaio di cittadini che festeggiavano nelle strade della capitale, Pyongyang.

Il conflitto si inasprisce in Ucraina

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Un anno prima che la Corea del Nord annunciasse la sua “eccessiva amicizia”, l'Ucraina veniva fatta a pezzi. Viktor Yanukvych, Presidente sostenuto dalla Russia, veniva deposto da una rivolta popolare in reazione al suo rifiuto di collaborare con l'Europa e sostituito da Petro Poroshenko, visto dalle frange filo-russe come un lacchè dell'Occidente.

A marzo, la Russia inaspriva le tensioni annettendo con la forza la Crimea–la penisola sul Mar Nero–che in precedenza era parte dell'Ucraina. L'Occidente vedeva questa mossa aggressiva come espressione dell'espansionismo russo. Per Putin, era un trionfo di “splendido patriottismo”, che riuniva gli abitanti della Crimea con la loro patria spirituale. In un referendum improvvisato, il 95,5% degli abitanti della Crimea hanno votato il sostegno del loro nuovo leader.

Poco dopo, in Ucraina dell'est sono scoppiati conflitti armati, con i ribelli filo-russi che combattevano contro il proprio governo per il controllo della regione. Via via che la violenza si inaspriva, le vittime aumentavano.

Colpiti in cielo

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A giugno, 283 passeggeri su un volo da Amsterdam a Kuala Lumpur sono tragicamente divenuti vittime del conflitto quando il loro jet è stato colpito nei cieli sopra il villaggio di Grabovo, in Ucraina dell'est.

I corpi, alcuni ancora allacciati ai propri sedili, erano dappertutto, sul luogo del disastro. Orsacchiotti, guide turistiche, album fotografici erano sparpagliati sui campi di girasoli.

Mentre queste tragiche scene erano in primo piano, sui media di tutto il mondo, si è rapidamente insinuato il sospetto che un missile terra-aria (un regalo, si dice, dell'esercito russo) fosse stato lanciato dai separatisti ucraini. A ore dalla scoperta, gli Stati Uniti dichiaravano che, se la voce si fosse rivelata fondata, le ripercussioni sarebbero state enormi.

A questo punto, è comparso un analista autodidatta britannico che si era fatto le ossa sulle testimonianze YouTube della guerra in Siria. L'investigatore, che utilizzava lo pseudonimo Bellingcat, era uno degli esperti che analizzavano le immagini dei social media per interpretare gli eventi. Stava cercando il sistema missilistico Buk.

Bellingcat, pseudonimo di Elliot Higgins,, e il suo team avevano setacciato centinaia di immagini su Facebook, YouTube e Twitter, perfezionando sempre di più le coordinate esatte delle immagini. Le foto del sistema missilistico erano state postate sui social e ricondotte alla località del disastro aereo il giorno del disastro. Il giorno dopo, a Buk mancava un missile.

La conclusione di Higgins è stata che esistessero “prove inconfutabili che i separatisti ucraini controllassero un lanciamissili Buk”, quasi sicuramente fornito dall'esercito russo; ad oggi, il Cremlino nega con forza queste affermazioni.

Sanzioni occhio-per-occhio

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Sconcertato dall'atteggiamento russo nei confronti degli eventi in Ucraina, l'Occidente è rapidamente ricorso all'imposizione di sanzioni. Alle banche venivano rifiutati prestiti europei, veniva imposto un divieto di importazione ed esportazione per quanto riguarda il commercio delle armi, le compagnie petrolifere erano prese di mira. L'economia russa stava colando a picco, e l'Occidente le era saltato alla giugulare.

Furiosa per questa punizione “aggressiva” e ingiustificata, la Russia ha risposto con il divieto di importazione di alimenti occidentali come latticini e uova, carne e pesce. “Siamo stati costretti”, ha insistito il Primo Ministro Dmitrij Medvedev, mentre agli appassionati del camembert toccava una visita al mercato nero. Le industrie occidentali come McDonald's–che aveva aperto in Russia nell'ultima fase dell'Unione Sovietica–sono anch'esse sottoposte a rigide restrizioni.

Il Cremlino ha sfruttato quest'opportunità per promuovere l'orgoglio nei prodotti di “Madre Russia”. A un anno di distanza, il governo ha festeggiato distruggendo una montagna di formaggi di contrabbando. Tuttavia, le sanzioni occidentali avevano cominciato a intaccare considerevolmente i paesi coinvolti.

La frontiera dell'informazione

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Se è vero che lotta per il territorio, scambi di spie, guerre di sanzioni e guerre per procura sono familiari a chi abbia studiato la Guerra Fredda, anche la battaglia dell'informazione non è una novità.

La Pravda, il giornale ufficiale dell'Unione Sovietica, che si traduce con la parola “verità”, era derisa dagli antisovietici perché non conteneva nulla di vicino alla verità. Venticinque anni dopo, Putin ha praticamente annientato i media indipendenti russi, e Russia Today (oggi nota come RT), la macchina della propaganda del Cremlino, continua a espandersi globalmente, raccogliendo settecento milioni di spettatori in più di cento nazioni.

Quando Boris Nemtsov, capo dell'opposizione, è stato ucciso a poca distanza dal Cremlino lo scorso febbraio, RT ha adottato una linea editoriale molto chiara. “È ovvio che questa è una provocazione al 100%”, ha dichiarato il conduttore Dmitri Peskov.. Secondo Time, poteva voler dire soltanto una cosa: che l'omicidio era “stato organizzato dai nemici della Russia, non per mettere a tacere la vittima, ma per screditare il regime cui la vittima si opponeva.”

I primi servizi sul volo MH17 sono stati altrettanto controversi: veniva data la priorità agli incerti resoconti di testimoni oculari che incolpavano l'Ucraina. Una giornalista, non potendo accettare queste condizioni di lavoro, si è dimessa.

“Sostengo la verità”, ha detto Sara Firth in un tweet. Più avanti, ha dichiarato al Guardian che “C'era un susseguirsi di ovvia disinformazione, e ha raggiunto un tale parossismo che io non ero più in grado di difenderla”.

L'esercito dei troll

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Con la fondazione, nel 2005, di RT da parte di Putin, uno stuolo di giornalisti di opposizione erano costretti a lasciare il proprio lavoro. Questi giornalisti si sono rivolti a Internet–piattaforma non disponibile per i dissidenti sovietici–per scrivere liberamente di politica.

In risposta, improvvisamente, tra gli annunci di lavoro a San Pietroburgo e dintorni hanno cominciato a comparire moltissimi di ruoli da “ricercatore internet”, e i commenti ostili sui blog anti-governativi hanno iniziato a moltiplicarsi esponenzialmente.

E se...?

I troll diventano giustizieri e attaccano i manifestanti a una sfilata anti-governativa a Mosca

7 Maggio 2016

Lo scorso fine settimana, una manifestazione è stata interrotta da un gruppo di troll che sono usciti dalla loro realtà virtuale per infiltrarsi in una sfilata in centro a Mosca.

Il gruppo ha cominciato a lanciare oggetti alla folla di un migliaio persone, che si erano riunite per celebrare il quarto anniversario dalla “marcia del 6 maggio”, contro la rielezione del Presidente Vladimir Putin. Molti dei leader della protesta sono tuttora in prigione

La polizia è intervenuta, ma non prima che dieci persone fossero portate in ospedale per le ferite. Nessuno dei manifestanti si trova in condizioni critiche.

Un astante, che desidera rimanere anonimo, sostiene di aver sentito che il gruppo di assalitori, che veniva da San Pietroburgo, era stato pagato dall'agenzia a cui appartiene, la Internet Research Agency, una compagnia spesso accusata di essere una “fabbrica di troll”.

Nel 2014, una serie di documenti ottenuti da Anonymous International faceva riferimento a una precisa campagna online di appoggio al governo. Membri delle associazioni giovanili pro-Cremlino, che avevano in precedenza contribuito alla propaganda e al volantinaggio, si sono prontamente arruolati.

Putin si è candidato per il suo quarto mandato, nel 2018, e i suoi livelli di popolarità rimangono alti. Voci critiche del governo sostengono che, al fine di mantenere il consenso, Putin sta preparando un giro di vite sulla libertà politica.

L'esercito dei troll
(continua)

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La Internet Research Agency, compagnia gestita da sostenitori del Cremlino, stava coordinando un esercito di troll pro-Putin perché attaccassero i più importanti siti di news occidentali.
Anonymous International è una spina nel fianco del governo russo, che cerca in tutti i modi di controllare la propria immagine sia in patria sia a livello internazionale.

A quanto riporta Meduza, Anonymous ha esposto dettagli imbarazzanti riguardanti il piano governativo per organizzare una manifestazione di “supporto pubblico”. Inoltre, è entrata nell'account Twitter di Medvedev e ha annunciato ai suoi 2,5 milioni di follower: “Annuncio le mie dimissioni. Mi vergogno delle azioni di questo governo.”

“Perdonatemi. Andrò a fare il fotografo. È un mio sogno da tempo”, è stato il seguito del tweet. Il Primo Ministro russo, che era in Crimea con Putin, non era a conoscenza dei tweet.

Un portavoce di Anonymous International (conosciuto come Shaltai Boltai, o “humpty dumpty”) ha dichiarato a Meduza he le azioni di Anonymous erano una risposta diretta alle “restrizioni della libertà di parola online, e all'aggressiva politica estera della Russia”.

E se...?

Gli hacker filo-Putin garantiscono un attacco imminente dopo aver acquisito documenti compromettenti dell'MI6

Un gruppo anonimo di hacker affiliato al Cremlino ha garantito un cyberattacco sulla capitale del Regno Unito dopo aver acquisito una “grande quantità di informazioni” dal GCHQ, il quartier generale del governo per le comunicazioni.

Gli hacker, nome in codice e-nashi, si dicono disgustati dai “livelli inaccettabili” delle misure di sorveglianza che l'MI6 stava impiegando sui cittadini russi a Londra. Promettono una ritorsione su vasta scala.

Hanno consegnato il loro messaggio utilizzando il sito e gli account social della City Hall. Stamattina, per dieci minuti, i visitatori di london.gov.uk hanno avuto davanti agli occhi un messaggio, scritto in Comic Sans, che diceva “Non mettetevi comodi”. Tweet identici sono stati inviati da @londonassembly, @mayorodlondon e @LDN_gov.

Più tardi, tutti i membri dell'Assemblea di Londra hanno ricevuto una minaccia via e-mail.

Il capo dell'MI6, Alex Younger, aveva in precedenza dichiarato che il Regno Unito è coinvolto in una “corsa agli armamenti” post-Snowden, con i cittadini che fanno uso della tecnologia per spiare i servizi di sicurezza. I nemici dell'agenzia includono “terroristi, agenti ostili del ciberspazio, e criminali", ha aggiunto Younger.

La City Hall di London ha comunicato che “poiché, nella vita di tutti i giorni, siamo sempre più dipendenti dalla tecnologia, diventa sempre maggiore l'impatto di qualsiasi interruzione – accidentale o intenzionale – dei sistemi tecnologici.”

City Hall teme che l'attacco possa avere come bersaglio i servizi di comunicazione, di trasporto, e di emergenza. Se combinato con un attacco terroristico, l'impatto sulla capitale potrebbe avere effetti devastanti.

Al tempo delle Olimpiadi del 2012, c'era la preoccupazione che la cerimonia di apertura fosse bersaglio di un attacco, ma ciò non si è verificato.

È stato stimato che solo a Londra vivono centocinquantamila espatriati russi. Alcuni sono esuli politici; altri hanno lasciato il proprio paese dopo i conflitti in Ucraina dell'est. Altri sono sospettati di lavorare per l'FSB (erede del KGB), che è ancora operativo nel Regno Unito.

Ai più facoltosi è stato dedicato un recente programma BBC, intitolato “Rich, Russian and Living in London”. La Fox ha parlato del fenomeno in “Meet the Russians.”

Il paradosso Snowden

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Mentre, in Russia, la morsa della censura continuava a serrarsi intorno alla libertà di parola, Edward Snowden, promotore della libertà di parola, chiedeva asilo politico a Mosca.

Era il 2013, e l'ex-impiegato NSA aveva appena aperto il coperchio della più importante storia di spionaggio di massa degli ultimi decenni.

Tendendo una mano amica al “nemico numero uno” degli Stati Uniti, l'uomo che aveva rivelato quanto in profondità gli USA sorvegliassero i propri cittadini poteva portare palesi benefici a Putin. E sembra che, di tanto in tanto, Snowden abbia accettato di essere utilizzato come pedina.

Snowden è stato tirato fuori durante l'annuale Putin-parla-a-(pre-selezionati membri)-della-nazione per porre a Putin una domanda sulla sorveglianza. È stato accusato di fare da marionetta a Putin, di essere un altro ingranaggio nella macchina della propaganda, ma lui ha insistito che le sue intenzioni erano oneste.

Andrei Soldatov e Irina Borogan, che studiano il “Web Rosso” dalla sua nascita, sono arrivati a dire che la presenza di Snowden in Russia abbia dato a Putin l'impulso per espandere il programma di sorveglianza del Cremlino, l'antitesi di ciò che dice di sostenere.

Durante gli Anni Zero, il governo russo è stato sempre più irritato dalla consapevolezza che le informazioni di Facebook, Google, Twitter–piattaforme relativamente giovani che promuovevano la libertà di parola–erano tutte salvate su server fuori dalla Russia. Server che, come Snowden avrebbe rivelato poco più tardi, erano sorvegliati fino all'ultimo dettaglio dal governo degli Stati Uniti. Questa era una situazione “intollerabile” per Putin, sostengono Soldatov e Borogan.

Dal canto suo, Snowden si è dichiaratamente schierato contro la politica del paese che lo ospita, e contro l'atteggiamento ostile nei confronti della comunità gay. “Non voglio vivere qui,” ha detto in collegamento con la Norvegia questo mese, dopo aver ricevuto un premio per la libertà di parola, “ma un esiliato è un esiliato.”

E se...?

Edward Snowden trattenuto dalla Russia per accuse di doppio gioco

Settembre 2016

I media statali russi dichiarano che è stata aperta un'indagine nei confronti di Edward Snowden, per interrogarlo: l'accusa è che egli possa essere un “agente doppiogiochista, o triplogiochista.”

Secondo quanto viene riportato da Interfax, il trentaduenne dovrà comparire di fronte alle autorità giudiziarie per le prossime due settimane per rispondere ad accuse comprovate da una serie di prove raccolte dai servizi segreti russi. Non è stato rivelato il nome dell'agenzia per cui Snowden è accusato di lavorare, ma le ipotesi sembrano rivolte a Stati Uniti e Cina.

Snowden verrà spostato nella prigione dove vennero trattenute le esponenti del gruppo Pussy Riot dopo la loro famigerata protesta di fronte alla Cattedrale di San Basilio, a Mosca.

Le leggi russe contemplano fino a vent'anni di carcere per i colpevoli di spionaggio ma, se le accuse si rivelassero fondate, il destino di un detenuto del carico di Snowden metterà in moto i più alti ordini diplomatici, anche se a porte chiuse.

Washington non ha ancora commentato l'arresto.

I gruppi di iniziativa che hanno lavorato a contatto con Snowden sostengono che le accuse siano infondate, e che Snowden verrà rilasciato a breve. Da quando ha preso una posizione contro l'agenzia per cui lavorava, l'ex impiegato CIA ha ricevuto una serie di premi come strenuo difensore della libertà di parola.

Fox News, come sempre diffidente, aveva cominciato a domandarsi se gli USA fossero manipolati già ai tempi della denuncia che Snowden aveva lanciato dal suo primo rifugio di Hong Kong. Fox News metteva in dubbio l'enorme quantità informazioni cui un impiegato CIA di basso livello potesse avere accesso.

Il canale televisivo aveva anche sottolineato il conveniente tempismo delle rivelazioni dell'NSA, che avevano relegato in secondo piano la notizia che la Cina stava spiando il governo degli Stati Uniti. Le relazioni diplomatiche tra le due nazioni erano in cattive acque, e Snowden – sosteneva Fox News – era al centro del conflitto.

A settembre, Snowden aveva dichiarato che, in un mondo ideale, vivrebbe negli Stati Uniti, ma che le imputazioni contro la sua persona gli impedivano di ritornare. Rimane da vedere se Mosca sia ancora un rifugio sicuro.